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Il Parlamento europeo chiede alla Commissione di impedire “la fuga del carbonio”

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Ad inizio marzo proposta dal Parlamento europeo una normativa che imponga un dazio sulle emissioni di CO2 di alcuni beni importati nell’Ue da Paesi meno “virtuosi”. Ora l’iniziativa passa in mano alla Commissione Europea.

Le premesse

Nel dicembre 2019, come noto, la Commissione europea ha adottato la sua comunicazione sul Green Deal, e, tra le misure chiave previste in questo contesto, viene ad essere compresa proprio la proposta di introduzione. Con essa si prevede un meccanismo di aggiustamento delle frontiere del carbonio (c.d. “CBAM”) per settori selezionati, a partire da questo anno.

I lavori preparatori della Commissione hanno previsto una valutazione d’impatto iniziale del marzo 2020, mentre tra il 22 luglio 2020 e il 28 ottobre 2020 si è svolta una consultazione pubblica .

Il 16 settembre 2020, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha annunciato una proposta legislativa sul CBAM tra le nuove iniziative chiave per il 2021.

Nel suo programma di lavoro 2021, la Commissione ha previsto di presentare proposte per una CBAM,  e una CBAM come risorsa propria dell’UE nel secondo trimestre del 2021.

La commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (c.d. “ENVI”) del Parlamento ha preparato una relazione di iniziativa intitolata “Verso un meccanismo di adeguamento delle frontiere del carbonio dell’UE compatibile con l’ “OMC” (Organizzazione Mondiale del Commercio).

Le commissioni per il commercio internazionale (c.d. “INTA”) e per i problemi economici e monetari (c.d. “ECON”) sono commissioni associate ai sensi dell’articolo 57 del regolamento del Parlamento. Il 7 ottobre 2020, il relatore Yannick Jadot (Verdi / ALE, Francia) ha pubblicato il progetto di relazione.

Adottato da ENVI il 5 febbraio 2021, il rapporto chiede l’introduzione di un CBAM come parte di una più ampia strategia industriale dell’UE, al fine di ridurre il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio. Inoltre, analizza gli aspetti relativi alla progettazione e alla portata di una CBAM e il suo possibile contributo al finanziamento del bilancio dell’UE. Il Parlamento voterà sulla relazione nella tornata plenaria di marzo I 2021.

Perchè è stato introdotto il CBAM?

Il meccanismo è stato introdotto per evitare la c.d. “fuga di carbonio”, ovvero la migrazione delle imprese europee verso altri Stati, in relazione alle politiche climatiche europee, notoriamente tra le più severe al mondo, per cui la Commissione dovrebbe presentare, come sopra evidenziato, una proposta legislativa nel secondo trimestre 2021.

Il nuovo dazio dovrebbe coprire, già dal 2023 le importazioni di prodotti e materie prime previste dall’Ets (il sistema di scambio di quote di emissione di gas serra), in prima battuta il settore energetico e quelli ad alta intensità energetica (cemento, acciaio, alluminio, raffinazione del petrolio, carta, vetro, e chimica). Sarebbe un incentivo per spingere le industrie a decarbonizzarsi. Il meccanismo non deve essere usato per scopi protezionistici ma per soddisfare gli obiettivi climatici dell’Unione e degli introiti – quale risorsa propria Ue (tassa europea) – e per sostenere gli obiettivi del Green Deal Ue.

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