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Intervento a Rembook

Nell’ambito dell’evento dal Titolo “Bonifica dei siti contaminati: recupero ambientale, contrasto al consumo di suolo, sviluppo economico” organizzato da Remtech, è intervenuto Stefano Sassone, Direttore Area Tecnica di Confindustria Cisambiente, esprimendo il punto di vista dell’Associazione a riguardo dell’evoluzione dell’attività di bonifica e i cambiamenti in atto nell’offerta.

Gli argomenti dell’intervento

  • Cosa facciamo nel settore delle bonifiche: qualificazione degli operatori
  • Come si sta evolvendo l’attività di bonifica
  • Cosa facciamo per favorire la crescita delle competenze dei piccoli operatori
  • Integrazione a valle con le attività (impianti di smaltimento

Le evidenze

Le Aziende di Confindustria Cisambiente segnalano in particolare l’evoluzione delle tecniche di bonifica, ma soprattutto l’incremento del mercato delle bonifiche. Dalle statistiche descrittive emerge:

  • Nel 2018, vi erano in Italia oltre 18.000 siti contaminati, pari al 3% circa del territorio nazionale.
  • Nel 2019, in base ai dati ISPRA, per le rilevazioni offerte dalle anagrafiche regionali aggregate dall’Istituto, risultano oltre 22.000 siti registrati da bonificare, di cui circa 10.000 hanno concluso il procedimento di bonifica, per quasi l’80% (il 76%) dei siti con procedimento di bonifica in corso sono disponibili dati sul progresso della gestione da cui risulta che il 50% è in attesa di caratterizzazione o con caratterizzazione in corso, il 10% ha analisi di rischio approvata o comunque caratterizzazione conclusa e il 16% ha interventi approvati ed in corso.

La contaminazione di suoli, acque di falda, sedimenti e fanghi:

  • è dovuta principalmente a idrocarburi alifatici e aromatici, prevalentemente di origine industriale e mediamente biodegradabili;
    solamente in quota minoritaria (20-26%) è dovuta a metalli pesanti.

Altri elementi caratterizzanti le nostre attività di bonifica, non fanno che confermare la tendenza già in atto negli ultimi 3 anni:

  • l’attività di bonifica viene condotta per lo più attraverso tecniche ex situ di tipo convenzionale, ed in particolare, per quanto avviene sul terreno, prevale lo scavo e smaltimento in discarica, tecnica che considera il suolo come un rifiuto piuttosto che come una risorsa da risanare e riutilizzare;
  • L’uso di tecnologie in situ rimane minoritario, anche per tecniche largamente utilizzate in altri paesi quali le barriere permeabili reattive, l’ossidazione chimica in situ e soprattutto il biorisanamento aerobico e anaerobico.
  • Tra le tecniche biologiche in situ, prevalgono i trattamenti aerobici mediante bioventing o l’utilizzo di composti a lento rilascio di ossigeno, si riscontrano inoltre alcuni casi di applicazione di processi riduttivi (declorazione riduttiva dei solventi clorurati).

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Le dichiarazioni

“Il settore dove le Aziende di Cisambiente operano presenta come cardine il principio della prevenzione nella produzione dei rifiuti, e di conseguenza dei potenziali fenomeni di inquinamento che richiedono attività di bonifica” ha sottolineato nel corso dell’intervento “Pertanto, nonostante la nostra condotta sia ispirata a principi contrastanti questa attività, è inevitabile l’importanza dello sviluppo delle tecniche di bonifica, ripristino e riparazione di ecosistemi inquinati o deteriorati dall’azione antropica. In questo campo in Italia esistono molte eccellenze a livello locale di cui purtroppo si parla ben poco e che la nostra Associazione vuole rappresentare e consentire lo sviluppo”.

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