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Rifiuti di Roma, l’Assemblea Capitolina vota no all’inceneritore e sì alla discarica

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Complicata la situazione nel Comune di Roma. La giunta comunale, guidata dal Sindaco Raggi, non riesce ancora a sciogliere il bandolo della matassa: rimane ancora il nodo impianti, in vista della fine del 2019.

La diatriba con la Regione Lazio.

Prosegue il “conflitto istituzionale” tra Regione e Comune in merito al tessuto impiantistico regionale sulla gestione dei rifiuti, che, così come attualmente configurato, non consente un agile gestione dei rifiuti della capitale, in assenza di efficienti sistemi di valorizzazione dei rifiuti (appunto, gli impianti) dei rifiuti raccolti separatamente dai cittadini della Capitale.

In particolare il Campidoglio, in una recente comunicazione, ha manifestato la propria disponibilità per la realizzazione di impianti di smaltimento e/o trattamento “esclusivamente a seguito dell’approvazione del nuovo piano dei rifiuti della Regione”: il Comune ha approvato con 25 voti favorevoli e uno contrario, un ordine del giorno proposto dal movimento cinque stelle, con cui si ipotizza che il primo cittadino possa impugnare un ordinanza del TAR, risalente al 27 novembre scorso, emanata dalla Regione Lazio, che individua taluni nuovi siti, idonei per la creazione di un impianto di discarica, a fini di servizio e nuovi impianti di smaltimento sul proprio territorio.

Con tale documento viene anche affermata la disponibile a realizzare “nel proprio territorio” impianti di smaltimento e/o trattamento “esclusivamente a seguito dell’approvazione del nuovo piano dei rifiuti della Regione Lazio”. Che tradotto significa: sì alla discarica ma solo dopo che il piano diventa operativo.

La Regione Lazio del 27 novembre era figlia di una ordinanza d’emergenza, emanata nello scorso luglio, con la quale veniva disposto che, qualora non fossero state osservate le prescrizioni in essa contenute, la stessa Regione potesse essere in grado di adottare, intervenendo in luogo del Comune, tutte le iniziative che si fossero rese necessarie al fine di garantirne la realizzazione, anche attraverso la successiva individuazione di uno o più soggetti attuatori delle singole prescrizioni, nonché comunicati all’Autorità giudiziaria i responsabili delle condotte omissive.

I prossimi passaggi: no all’incenerimento dei rifiuti

La c.d. “gerarchia dei rifiuti” ricorda che la prima forma di valorizzazione di un rifiuto deve essere quella di recuperare il rifiuto. E’ naturale, anche perché richiamato dalla situazione della raccolta differenziata di Roma, che il Comune stia cercando di promuovere e migliorare il recupero come materia e quindi è stato logico il diniego all’inceneritore nel territorio della Capitale.