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Programma nazionale gestione rifiuti: al via i lavori per la sua definizione

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Con il recepimento del Circular economy package, il nostro Paese ha intrapreso la strada per la redazione di un programma nazionale dedicato alla gestione dei rifiuti, che andrà ad affiancare il piano nazionale per la prevenzione degli stessi. I primi passi riguardano l’avviamento dei tavoli istituzionali tra Ministero, Regioni e Province autonome.

Il programma nazionale gestione dei rifiuti: di cosa si tratta e a cosa servirà

Prima di andare a vedere assieme obiettivi del tavolo e dichiarazioni dei protagonisti coinvolti, quale indicazione di massima sugli aspetti caratterizzanti la nuova programmazione statale.

Si tratta di una novità assoluta, introdotta mediante il recepimento del Circular economy package[1], che ingloba anche il Piano Nazionale di Comunicazione Ambientale previsto nello schema di recepimento predisposto dal MATTM, ma eliminato in successiva lettura, che il Ministero dell’Ambiente (MATTM) dovrà elaborare con ISPRA entro 18 mesi dall’entrata in vigore della norma, ovvero entro Maggio ’22.

Vediamo alcune ragioni che rendono necessaria tale pianificazione:

  • I recenti avvenimenti, legati alla diffusione dell’epidemia di COVID-19, hanno mostrato come la gestione dei rifiuti è un ambito strategico,
  • Nel nostro settore, infatti, non è più possibile fare affidamento sulle esportazioni,
  • Il settore rappresenta un servizio essenziale la cui continuità non può essere messa a repentaglio.
  • Le carenze impiantistiche che rendono il settore esposto al ripetersi di episodi emergenziali
  • La necessità di raggiungere obiettivi sfidanti di riciclaggio e riduzione dello smaltimento in discarica nei prossimi anni,
  • l’esigenza di governare la transizione ecologica

Il Programma nazionale di Prevenzione (della produzione dei rifiuti, PNP) prevede (art. 180, c.2), una serie di interventi, tra i quali:

  • La promozione e il sostegno dei modelli di produzione e di consumo sostenibili.
  • Lo stimolo alla progettazione, alla fabbricazione e all’uso di prodotti riparabili, riutilizzabili e aggiornabili.
  • Lo stimolo al riutilizzo di prodotti e alla creazione di sistemi che promuovano le attività di riparazione e di riutilizzo.
  • L’incentivo alla riduzione della produzione di rifiuti nei processi industriali.
  • L’incentivo alla riduzione della produzione di rifiuti alimentari.
  • L’incentivo alla riduzione della produzione di rifiuti, in particolare di quelli non adatti alla preparazione per il riutilizzo o al riciclaggio.
  • Il contrasto alla dispersione dei rifiuti in ambiente marino.

Esso dovrà incidere sulle pianificazioni regionali in luogo del PNP, e dovrà contenere queste informazioni, e potrà anche indicare misure per incoraggiare la razionalizzazione della raccolta e il riciclaggio dei rifiuti e meccanismi di solidarietà tra Regioni in caso di emergenze.

Gli obiettivi del tavolo di lavoro congiunto

Il MATTM, con il supporto dell’Ispra, dovrà:

  • individuare i macro-obiettivi;
  • definire i criteri e le linee strategiche cui le Regioni e le Province autonome si dovranno attenere nella elaborazione dei Piani regionali per la gestione dei rifiuti.

Le dichiarazioni

«L’attivazione di un tavolo di lavoro per la stesura di un Piano Nazionale per la Gestione dei Rifiuti ha ricevuto, da subito, larghi consensi da tutte le forze politiche nazionali e locali – spiega il ministro dell’Ambiente Sergio Costa –. E’ bene chiarire che con questa norma la pianificazione regionale permane, ma attualmente esistono delle criticità, in talune regioni, che intendiamo superare, estendendo a tutto il territorio nazionale i modelli più virtuosi. A tale scopo, il Piano costituisce uno strumento di indirizzo volto a garantire criteri omogenei di applicazione sul territorio e ad estendere le “best pratices”».

La normativa prevede il ministero dell’Ambiente al centro di questo processo con il supporto tecnico di Ispra, con l’avallo di Regioni e Province autonome. Un tavolo di lavoro a cui il ministero ha invitato a partecipare anche i rappresentanti dell’Anci. Inoltre, è stata approvata all’unanimità nella prima riunione del tavolo anche l’ulteriore proposta del ministero di allargare i lavori ai rappresentanti del Ministero per lo Sviluppo Economico e l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.

Dunque, sono questi i protagonisti della definizione del programma, per il quale verrà garantita la massima trasparenza nella consultazione degli stakeholder pubblici e privati: lo scopo è il raggiungimento di un’adeguata rete impiantistica nazionale che consenta di superare le criticità più volte segnalate anche nell’ambito del contenzioso comunitario, migliorare gli standard ambientali dei servizi e diminuire i costi del servizio per i cittadini.

Per maggiori informazioni

Consultare il seguente collegamento, cliccando qui.

[1] Avvenuta nel Settembre 2020 con vari decreti, tra cui anche il D. Lgs n. 116 del 3.9 che prevede un articolo, il 198-bis del TUA ad esso dedicato.

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