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Rapporto ISIN sui rifiuti radioattivi

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Con un rapporto rilasciato il 30 luglio 2020, ISIN, l’ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, ha illustrato, come di consuetudine, il quadro complessivo livello nazionale in merito alla produzione di nuovi rifiuti radioattivi, per l’anno 2018.

L’obiettivo del rapporto

Il rapporto presenta come obiettivo primario quello di verificare che la popolazione italiana non sia esposta, oltre i livelli consentiti, alle esposizioni nei confronti del radiazioni ionizzanti derivanti dallo svolgimento delle attività nucleari ed alla presenza di radioattività nell’ambiente.

L’entità delle variazioni viene misurata attraverso la creazione di appositi indicatori utili a rilevare rischi e pericoli corsi Anno dopo anno dai cittadini del nostro paese.

I dati si riferiscono alla annualità 2018 e mettono in evidenza l’entità del fenomeno in seguito allo svolgimento da parte degli operatori delle attività di bonifico e di smantellamento dei nuovi rifiuti radioattivi.

Che cos’è ISIN

L’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (ISIN) è l’autorità di regolamentazione competente in materia di sicurezza nucleare e di radioprotezione, indipendente ai sensi delle Direttive 2009/71/Euratom e 2011/70/Euratom.

L’Ispettorato assorbe tutte le funzioni in materia di sicurezza nucleare e di radioprotezione già attribuite dalla legislazione nazionale al CNEN, all’ENEA DISP, all’ANPA, all’APAT e, infine, al Dipartimento nucleare, rischio tecnologico e industriale, al Centro Nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione e all’Area Fisica del Centro Nazionale per la rete nazionale dei laboratori per le attività in materia di radioattività dell’ISPRA.

Gli indicatori

Con l’indicatore 1, strutture autorizzate all’impiego di radioisotopi e di macchine radiogene, si evidenzia come il numero di strutture autorizzate con nulla osta di categoria A pari a 95,3, risulti invariato rispetto all’anno precedente.

Con l’indicatore 2, relativo alla riduzione annuale di fluoro 18, si evidenzia un leggero aumento della produzione in Lombardia, Sicilia, mentre si attesta una diminuzione nel Lazio.

Con l’indicatore 3, impianti nucleari – attività di radioisotopi rilasciati in aria e di acqua (con il quale ISIN vuole documentare la quantità di radioattività rilasciata annualmente nell’ambiente in termini di qualità di scarichi liquidi e aeriformi), si evidenzia che nel corso del 2018 lo scarico autorizzato degli effluenti nell’ambiente è risultato essere abbastanza stabile.

Con l’indicatore 4, riguardante i rifiuti radioattivi prodotti a seguito di attività di bonifica e di trattamento dei rifiuti radioattivi esistenti (tramite super compattazione, con conseguente riduzione dei volumi), si evidenzia un aumento fisiologico, seppure in maniera limitata, in varie regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Lazio Campania. Basilicata). Al contrario diminuiscono quelli in Emilia-Romagna e Puglia.

Con l’indicatore 5, sui trasporti di materie radioattive (l’esigenza di monitorare questo particolare aspetto di gestione dei materiali radioattivi deriva dal fatto che il 95% circa dei colli trasportati del nostro paese contiene proprio materiale radioattivo utilizzato per impieghi in campo medico industriale nel settore della ricerca), dimostra che l’indice di trasporto è più elevato in alcune province italiane (Roma, Milano, Bergamo, Torino Napoli), perché ospitano importanti centri di smistamento, come gli aeroporti, cui si aggiungono centri ospedalieri e diagnostici.

Con l’indicatore 6, concentrazione di attività di radon indoor, si viene ad evidenziare che la percentuale stimata di addizione che eccedono la soglia di tolleranza, pari a 300 bq/m3, interessa l’1.7% delle abitazioni (pari a 500.000 unità).

Con indicatore 7, rateo di dose gamma in aria per esposizione radiazioni cosmiche terrestre, si segnala come i valori medi registrati su base annuale, sulle tre macroaree nelle quali suddividere il territorio italiano, riporta una sostanziale uniformità della misura.

Con l’indicatore 8, concentrazione attività di radionuclidi artificiali in matrici ambientali ed alimentari ( utilizzato perché in genere la contaminazione l’atmosfera rappresenta il primo segnale della dispersione su larga scala nell’ambiente di radionuclidi artificiali e a seguito incidenti rilevanti, cui seguirà la deposizione al suolo di materiale radioattivo e conseguente trasferimento nella catena alimentare), si può rilevare che, a livello nazionale, vengono rispettate tutte le matrici le misure indicate dalla Commissione Europea, anche se con densità e frequenze non sempre omogenee tra le macro aree.

Con indicatore 9, stato di attuazione delle reti di sorveglianza sulla radioattività ambientale, si evidenzia come le reti regionali siano tutte operative e la copertura spaziale del monitoraggio (per il particolato atmosferico, per la deposizione al suolo, per il latte), siano tutte elevate.

Per ulteriori approfondimenti

Per maggiori informazioni sul rapporto, consultare la documentazione per la stampa (cliccare qui).

Per visitare il sito di ISIN, cliccare qui.