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Approvato l’emendamento al c.d. “Salvacrisi”: nuovamente modificata la normativa sulla cessazione di qualifica di rifiuto (“End of Waste”)

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E’ stato approvato l’emendamento al DL n. 101 del 3 Settembre 2019 (c.d. Salva crisi Aziendali), con il quale si spera che l’industria del recupero dei rifiuti possa ripartire. Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente: “Darà impulso all’economia circolare”

La maggioranza parlamentare compatta verso una nuova disciplina sull’end of waste.

La modifica, firmata dalla presidente della Commissione ambiente al Senato Vilma Moronese (M5s), è stata inserita nel decreto sulle crisi aziendali, superando in tal modo la vecchia formulazione contenuta nel Testo Unico Ambientale (il D.Lgs. n. 152/2006), all’art. 184-ter (così determinata con un altro decreto legge, il c.d. “Sblocca Cantieri”, del 14 Giugno 2019).

In questo modo è possibile sovvertire la gerarchia delle fonti del diritto: le Regioni, anche in assenza di decreti regolamentari emanati dallo Stato (ovvero dal Ministero dell’Ambiente), che indiivduano la disciplina per ciascun singolo flusso di rifiuto, con il benefico effetto di non determinare la cessazione delle Autorizzazioni esistenti, ovvero frenare l’industria del recupero.

Con la nuova normativa primaria, infatti, le Regioni, seguendo criteri ben precisi la cui applicazione verrà verificata in diversi step, potranno rilasciare o rinnovare autorizzazioni alla “cessazione della qualifica di rifiuto”, passaggio necessario perché torni ad essere un prodotto o materiale da rimettere in commercio.

Con l’emendamento ora le autorizzazioni per lo svolgimento di operazioni di recupero “sono rilasciate o rinnovate” nel rispetto di quanto stabilito nell’articolo 6 della Direttiva 98/2008/CE, ossia la Direttiva Quadro sui rifiuti, ma anche di criteri dettagliati, definiti nell’ambito degli stessi procedimenti autorizzativi.