Importanti novità per gli operatori del Verde e ristoratori. Dopo essere divenuti due anni or sono obbligatori i criteri ambientali minimi all’interno dei bandi di gara, vengono rinnovati i Criteri Ambientali Minimi (CAM) per la ristorazione e la manutenzione del verde.
Il Decreto del Ministero dell’Ambiente
I criteri ambientali della ristorazione
Con decreto, il Ministero dell’Ambiente, lo scorso 10 marzo 2020, in piena emergenza sanitaria dovuta al coronavirus, ha emanato, ai sensi del Codice dei Contratti Pubblici (v. art. 34, D. Lgs. n. 50/2016 e s.m.i.), una nuova versione dei criteri ambientali minimi da applicare interno dei bandi di gara in merito agli affidamenti aventi ad oggetto il servizio di ristorazione collettiva (con riferimento a quella scolastica, a quella svolta per gli uffici, a quella per le università, per le caserme, per gli ospedali, le carceri), e per la fornitura di derrate alimentari.
L’articolazione del documento
Il documento sui servizi, così come quello sulle forniture, è ripartito in tre sezioni distinte con criteri ambientali dedicati ai servizi:
- per le scuole di ogni ordine e grado, inclusi gli asili nido;
- per gli uffici, le università e le caserme;
- per gli ospedali e le strutture assistenziali, sociosanitarie e detentive, quali ad esempio, le case circondariali, le case di riposo, i centri diurni, le case-famiglia.
Tale tripartizione è necessaria alla luce dell’applicazione obbligatoria dei CAM, poiché alcuni requisiti ambientali non avrebbero potuto essere definiti in maniera omogena per determinate specificità dei servizi, laddove resi in contesti diversi. Tale suddivisione ha anche consentito di differenziare le quote minime di prodotti biologici tenendo conto di valutazioni costi-benefici.
Le differenze rispetto alla precedente versione
Rispetto a quella emanata nel 2011, queste le principali differenze:
- le verifiche, che sono più articolate e puntuali, in modo tale da consentire al Direttore dell’esecuzione del contratto di eseguirle in maniera più efficiente ed efficace, favorendo in tal modo la competizione leale.
- la presenza di ulteriori criteri ambientali, alcuni dei quali mirati per ogni comparto, come le misure per prevenire le eccedenze alimentari e, per gli uffici, le università e le caserme, in cui la scelta del menù non è di competenza medico sanitaria ed è meno rigida, si è potuto imporre, per gli effetti ambientali, oltre che la somministrazione di biologico e prodotti altrimenti qualificati (difesa integrata volontaria, DOP…), anche un maggior consumo di proteine vegetali in luogo di quelle animali;
- un approccio diverso per la valorizzazione dei prodotti a KM 0 e filiera corta (che nella versione 2011 del CAM, a causa di una normativa meno chiara a riguardo, avveniva attraverso l’impronta di carbonio), per la tutela delle risorse ittiche e, più in generale, per la riduzione dell’impronta ambientale e climatica del servizio.
I criteri ambientali per le aree verdi
Con un decreto emanato nella medesima data ministero dell’Ambiente detta poi i criteri ambientali minimi riguardanti l’affidamento del servizio di progettazione delle nuove aree verdi oppure della riqualificazione di un’area verde già esistente.
Il Ministero ha ritenuto necessario un aggiornamento del precedente DM (che risaliva al 13 Dicembre 2013), alla luce dell’evoluzione della normativa nel frattempo intervenuta sulla protezione del capitale naturale e sul valore dei servizi ecosistemici e della necessità di adottare un approccio sistemico, integrato affrontando la gestione del verde pubblico nell’ambito di una visione strategica del ruolo che lo stesso può avere per l’ambiente urbano e per la collettività.
L’obiettivo consiste nell’incrementare e valorizzare il patrimonio del verde pubblico, considerati i noti e importanti benefici sulla salute umana e sull’ambiente, mediante un approccio sistematico, integrato ed innovativo alla gestione del verde intesa sia come manutenzione dell’esistente e sua valorizzazione e sia come realizzazione del nuovo, applicando una logica di sistema con una visione olistica proiettata sul lungo termine piuttosto che mirata all’immediato e alla gestione delle emergenze.
I servizi interessati dalla regolamentazione
In particolare, con il regolamento recante “Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde”, vengono ad essere operativi dal 3 agosto 2020, i seguenti servizi e forniture:
- servizio di progettazione di nuova area verde o riqualificazione dell’area già esistente[1];
- servizio di gestione e manutenzione del verde pubblico[2];
- fornitura di prodotti per la gestione del verde[3].
Per approfondimenti
Per ulteriori approfondimenti:
- cliccare qui, per la pagina del Ministero dell’Ambiente sui Criteri Ambientali Minimi.
- cliccare qui, per la relazione d’accompagnato sui CAM ristorazione.
- cliccare qui, per il Regolamento Ministeriale sui CAM aree verdi.
[1] Definito come la selezione delle specie vegetali adeguate alle caratteristiche pedoclimatiche regionali, soluzioni di impianti che riducano il consumo delle risorse e l’emissione di CO2 e di arredo urbano che soddisfi criteri di sostenibilità, individuazione delle migliori pratiche ambientali per la gestione del cantiere e programmazione e pianificazione delle attività di manutenzione post realizzazione dell’area verde.
[2] Definito come l’integrazione e l’aggiornamento del censimento del verde con informazioni e dati relativi al patrimonio arboreo oggetto dell’appalto; elaborazione di un piano di manutenzione e gestione delle aree verdi oggetto di gara mirato a soddisfare le reali esigenze di intervento sul territorio e a condurre in modo sistematico ed organico le attività previste dal servizio, valorizzazione del patrimonio verde attraverso l’adozione di tecniche, pratiche e prodotti efficaci e sostenibili per l’esecuzione di attività di manutenzione e cura del verde e l’attuazione di iniziative di coinvolgimento e partecipazione della cittadinanza.
[3] Definito come specie vegetali appartenenti alla flora italiana, coerenti con le caratteristiche ecologiche del sito d’impianto, di stato e qualità tali da garantirne l’attecchimento e la sopravvivenza, coltivate con tecniche di difesa fitosanitaria integrata e con impianti d’irrigazione dotati di sistemi atti a ridurre i consumi idrici; prodotti fertilizzanti contenenti sostanze naturali e ammendanti compostati misti o verdi conformi al decreto legislativo n. 75/2010; impianti di irrigazione a ridotto consumo idrico.