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MITE: il ministero per la transizione ecologia ha predisposto la strategia di riduzione delle emissioni di gas-serra al 2050

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Con un documento che traccia i possibili percorsi per raggiungere in Italia la “neutralità climatica” entro il 2050, il MITE, il Ministero per la Transizione Ecologia, ha definito ed inviato alla Commissione europea la Strategia nazionale di lungo periodo per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.

Cosa prevede la strategia

Il nostro Paese prevede di:

  • ridurre la domanda di energia, in particolare per la mobilità privata e il riscaldamento/raffrescamento degli edifici;
  • cambiare il mix energetico radicalmente dal lato dell’offerta, spostandosi sempre di più a favore delle fonti rinnovabili;
  • aumentare gli assorbimenti garantiti dalle foreste, attraverso gestione sostenibile, ripristino ambientale e rimboschimenti.

La Strategia prende avvio dal Piano nazionale integrato energia e clima (PNIEC), elaborato considerando il 2030 come orizzonte temporale. I risultati nel comparto energetico si otterranno, oltre che tramite una spinta elettrificazione, anche con il contributo di biometano e idrogeno, che porteranno le fonti rinnovabili a coprire complessivamente circa il 90% dei consumi finali.

Il quadro attuale

Ottimistiche le previsioni per quanto attiene la diminuzione dei gas serra: infatti, secondo gli scenari elaborati, entro il 2050 il settore energetico registrerà un crollo delle emissioni fino a circa 1/3 rispetto ai valori attuali.

Di contro, le industrie “non energetiche”, a fronte di una crescita economica contenuta, faranno invece difficoltà a comprimere le emissioni rispetto al processo di efficientamento già intrapreso e, analogamente, non si prevedono miglioramenti significativi per agricoltura e zootecnia.

I risultati nel comparto energetico si otterranno, oltre che tramite una spinta elettrificazione, anche con il contributo di biometano e idrogeno, che porteranno le fonti rinnovabili a coprire complessivamente circa il 90% dei consumi finali.

Si possono ipotizzare inoltre ulteriori cambiamenti sui fronti (i) produzione, con lo sviluppo dell’economia circolare che avrà l’effetto, tra gli altri, di ridurre l’uso dei rifiuti a fini energetici, (ii) tecnologia, ad esempio con la disponibilità di soluzioni che consentiranno il graduale abbandono dei gas fluorurati ad alto impatto climalterante e (iii) logistica, con un efficientamento ottenibile tramite la drastica riduzione dei “viaggi a vuoto”.

Nel documento si precisa che le prospettive delineate non considerano l’impatto, ancora difficile da quantificare, dell’emergenza Coronavirus.

Alcuni dati

La situazione in Italia, così come descritto dai Rapporti curati da ISPRA, è positiva. Infatti, tra il 1990 e il 2018 le emissioni sono diminuite del 17%, passando da 516 a 428 milioni di tonnellate di CO2 equivalente; conteggiando anche le compensazioni derivanti da uso e cambiamenti di uso del suolo, le emissioni scendono a 390 Mton CO2-eq: tale valore rappresenta, quindi, l’ammontare da abbattere per decarbonizzare la nostra economia.

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