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Presentato a Roma il Rapporto ISPRA sui rifiuti speciali

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Presentato a Roma il Rapporto ISPRA sui rifiuti speciali. Contenuto l’aumento dei rifiuti speciali nel biennio 2015-2016 rispetto a quello rilevato nel precedente biennio 2015-2014.

Le quantità in gioco

La produzione nazionale dei rifiuti speciali, nel 2016, si attesta a quasi 135,1 milioni di tonnellate[1], ed in particolare, la produzione dei rifiuti speciali non pericolosi[2] risulta pari a circa 67,6 milioni di tonnellate. A tale dato vanno aggiunti:

 

  • quasi 3,9 milioni di tonnellate relativi alle stime effettuate per il settore manifatturiero e per quello sanitario;
  • 473 mila tonnellate relative agli pneumatici fuori uso;
  • quasi 53,5 milioni di tonnellate di rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione[3],

per una produzione totale di rifiuti speciali non pericolosi pari a circa 125,5 milioni di tonnellate, incluse poco più di 5 mila tonnellate di rifiuti con attività ISTAT non determinata.

Invece, in merito alla produzione di speciali pericolosi risulta pari a 9,6 milioni di tonnellate[4].

La quota stimata di rifiuti non pericolosi prodotti rappresenta il 46,1% del dato complessivo, soprattutto per effetto del rilevante contributo dei rifiuti generati dalle attività di costruzione e demolizione.

Nel dettaglio, tra il 2015 e il 2016 si rileva un aumento nella produzione totale di rifiuti speciali, pari al 2%, corrispondente a circa 2,7 milioni di tonnellate. In particolare, rispetto al 2015, la produzione totale di rifiuti speciali non pericolosi mostra un incremento in termini quantitativi di oltre 2,1 milioni tonnellate (+1,7%), imputabile per la maggior parte al dato di produzione i rifiuti speciali non pericolosi derivante dalla banca dati MUD, diversi da quelli afferenti alle operazioni di costruzione e demolizione.

Quest’ultimi, infatti, nel biennio 2015-2016 fanno registrare un aumento più contenuto (circa 1%) rispetto a quello rilevato nel precedente biennio 2015-2014 (5,5%). La produzione di rifiuti speciali pericolosi aumenta del 5,6%, corrispondente in termini quantitativi a quasi 512 mila tonnellate. All’incremento registrato contribuisce in modo significativo il dato di produzione dei rifiuti speciali pericolosi diversi dai veicoli fuori uso, che passano da 7,9 milioni di tonnellate nel 2015 a 8,3 milioni di tonnellate nel 2016.

I settori di provenienza

Nel 2016 la maggiore quota dei rifiuti speciali proviene dal settore manifatturiero (38,3% sul totale prodotto), corrispondente a quasi 3,7 milioni di tonnellate, mentre dal settore rifiuti proviene una quota cospicua, pari al 30,9%, riconducibile alle attività di trattamento rifiuti e di risanamento (3 milioni di tonnellate circa); segue il settore dei servizi, del commercio e dei trasporti (19,8%) con 1,9 milioni di tonnellate, di cui oltre 1,3 milioni di tonnellate di veicoli fuori uso.

Le forme di gestione

I rifiuti speciali complessivamente gestiti in Italia, nell’anno 2016, sono circa 141,3 milioni di tonnellate, di cui 132 milioni di tonnellate (93,% del totale gestito) sono non pericolosi e i restanti 9,3 milioni di tonnellate (7% del totale gestito) sono pericolosi. Il totale gestito è comprensivo dei rifiuti rimasti in stoccaggio presso gli impianti e presso i produttori al 31/12/2016, pari a 15,3 milioni di tonnellate.

Al totale gestito, si aggiungono circa 11,2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali derivanti dal trattamento di rifiuti urbani e computati nel ciclo di gestione degli stessi. Nello specifico, di tale quantità, 423 mila tonnellate sono recuperate come fonte di energia (R1), 2,6 milioni di tonnellate sono incenerite (D10), circa 6,6 milioni di tonnellate sono smaltite in discarica e infine, 1,6 milioni di tonnellate, vengono avviate a recupero di materia.

Per ulteriori informazioni, si può consultare la pagina web di ISPRA dedicata, all’indirizzo: http://www.isprambiente.gov.it/it/events/rapporto-rifiuti-speciali-edizione-2018

[1] Il dato complessivo tiene conto sia dei quantitativi derivanti dalle elaborazioni delle banche dati MUD che di quelli stimati. Sono, inoltre, compresi i quantitativi di rifiuti speciali provenienti dal trattamento dei rifiuti urbani, pari a quasi 11,2 milioni di tonnellate.

[2] Il dato viene ricavato dalle elaborazioni dei MUD consegnati dai soggetti obbligati al sistema camerale.

[3] Afferenti al capitolo 17 della decisione 2000/532/CE, che sono stati interamente stimati da ISPRA.

[4] Di questi circa 1,3 milioni di tonnellate, pari al 13,6% del dato complessivo, relativi ai veicoli fuori uso, e circa 2 mila tonnellate di rifiuti pericolosi con attività ISTAT non determinata.