con un articolo apparso su Bloomberg, in cui si cita l’ultimo libro di Varun Sivaram, dottore in fisica, esperto di fotovoltaico, vengono evidenziati pregi, ma sopratutto difetti e limiti della fonte di energia rinnovabile.
In particolare, schierandosi contro i suoi sostenitor, Bloomberg prova a spegnere gli entusiasmi della cosiddetta dottrina del “trionfalismo fotovoltaico”, per cui da un lato asserisce che, con lo sviluppo della tecnologia, le celle solari fotovoltaiche sono più efficienti e meno costose, ma gli altri fattori che incidono sull’efficienza produttiva, la rendono ancora poco praticabile su larga scala, e quindi non in grado di rappresentare una fonte energetica in grado di dare un contributo determinante allo sviluppo economico e alla tutela ambientale.
Alcuni dati a supporto di questa tesi. In primis, appare significativo come le imprese impegnate nel settore destinino appena l’1% del loro fatturato alla ricerca; questo perché molti dei principali utilizzatori – “Bloomberg” cita Italia, Grecia, Italia e Spagna – hanno già massimizzato i margini di adozione di quella tecnologia, che non è in grado di generare più del 5-10 per cento del fabbisogno energetico nazionale; il quinto tra i principali paesi utilizzatori, il Giappone, non è in grado di spingere l’output del fotovoltaico oltre il 5 per cento dei consumi complessivi.
Questi paesi, e Stati come la California, si sono scontrati con problemi operativi non indifferenti nel tentativo di aumentare la quota del mix energetico riservata al fotovoltaico, specie a causa dell’incapacità di pianificare l’output di questa fonte. Il futuro, per il fotovoltaico, potrebbe essere rappresentato dal superamento del silicio e l’adozione di celle organiche realizzate con sostanze come il Perovskite.